21 gennaio - Alla scoperta di Pescia medioevale

Domenica 21 Gennaio ,nato da un'idea del nostro socio , l'artista e prof Palo Tesi ,abbiamo organizzato il primo incontro culturale del 2018 dedicato alla scoperta di Pescia  medioevale.

Arrivati a Pescia in prima mattinata, dopo aver parcheggiato in piazza Giuseppe Mazzini, piazza simobolo della città, prospiciente al palazzo del Vicario sede del comune e simbolo del potere civile, abbiamo visitato ,alla estremità opposta della piazza , il santuario della madonna di pie' di Piazza.
Questo minuto oratorio dedicato alla Madonna delle Grazie è considerato lo scrigno religioso della città. Progettato nel 1447 dal buggianese Andrea Cavalcanti della bottega del Brunelleschi , custodisce al suo intreno un meraviglioso soffitto a cassettone con stupende effigi policrome di santi , l'affresco rinascimentale della madonna con bambino e la pala dell'altare raffigurante una fedele veduta di Pescia in epoca medioevale.

Usciti dall'oratorio percorriamo la Ruga degli Orlandi. La via prende il nome da una delle famiglie patrizie più importanti di Pescia ed è fiancheggiata da imponenti palazzi medioevali ben conservati.Tra tutti, al numero civico 42 il palazzo Forti. I particolari in bugnato e pietra serena che caratterizzano questi palazzi gli conferiscono un aspetto austero e nobiliare.
Al termine della Ruga si sale sino a piazza degli Obizzi. La piazza è circondata da palazzi istituzionali e religiosi. Si apre di fronte a noi la scalinata a doppia rampa che conduce alla prioria e collegiata di S.Stefano e Nicolao. Di fronte il palazzo Galeotti , in stile barocco, attuale sede della biblioteca e del museo civico Magnani. Sul retro il Palazzo del Podestà sede della Gipsoteca Libero Andreotti.

Scultore, ceramista e illustratore, Libero Andreotti nato a Pescia nel 1875 , come tanti altri artisti dell'epoca , inizia la sua attività artigianale, da giovannissimo, come fabbro tornitore e scopre la sua vocazione artistica “strada facendo”. Significativi per la sua formazione plastica gli anni giovanili trascorsi a Milano e poi a Parigi dove fu folgorato dalla scoperta dell'arte contemporanea proposta in quegli anni da Rodin. Ma, il vero trampolino di lancio di Andreotti scultore è stato l'incontro con il critico d'arte , molto vicino al regime, Ugo Ojetti. Nascerà subito una profonda amicizia e una stima reciproca che contribuirà ad alimentare la fama dell'artista consentendogli di realizzare tutta una serie di opere che lo consacreranno a livello nazionale. Dal 1922 gli verranno affidati capolavori di grandi dimensioni tra i quali il monumento ai caduti di Roncade, i monumenti nella città di Saronno, l'Arco della Vittoria e il Cristo Redentore a Bolzano, il monumento alla madre italiana per la basilica di S.Croce a Firenze. Trascorre i suoi ultimi anni con i figli nella sua casa studio sul lungarno Cellini. Muore nel 1933 e viene sepolto nel cimitero monumentale delle Porte Sante a S.Miniato a Monte dove trovano posto grandi personaggi fiorentini tra i quali altri artisti legati a Pistoia come Atto Vannucci e Carlo Collodi.

Impressionante la quantità di gessi esposti su due piani all'interno dello spaziose sale finemente restaurate. Volti, corpi, animali, figure sacre e influenze orientali,una interminabile che appassiona il visitatore e lo coinvolge un una analisi meticolosa alla scoperta del particolare, dell'espressione, del messaggio trasmesso da Libero tramite le sue opere. Personalmente, trovo il culmine espressivo della sua opera in “Diana e Attone”, e nel busto del suo amico pittore Aldo Carpi.

Lasciamo Piazza degli Obizzi e percorriamo via Cairoli scorgendo la lapide che ricorda la sosta di Francesco santo patrono d'Italia nel 1211 in visita a Pescia.
Si prosegue attraversando il ponte sulla Pescia di Pescia ,che da sempre divide la città in due il centro abitato, raggiungendo l'antico ospedale dei Santi Cosma e Damiano fondato dal Granduca Cosimo III nel 1698 ed ampliato con nuovi edifici da Pietro Leopoldo nel 1775. Sul retro troviamo il Teatro intitolato al musicista Giovanni Pacini catanese di nascita e pesciatino d'adozione.Di fronte, sulla omonima piazza, troviamo la chiesa di S.Francesco. Edificata a partire dal 1241 ampliata e rimaneggiata nel corso dei secoli, conserva al suo interno alcune opere esclusive. Prima fra tutte la cappella Cardini eseguita in epoca rinascimentale -molto probabilmente - da Andrea di Lazzaro Cavalcanti detto il Buggiano, figlio adottivo di Filippo Brunelleschi. Si tratta di un' opera architettonica e pittorica molto complessa e al tempo stesso originale.La cappella fu commissionata “pro anima patris” dai fratelli Antonio e Giovanni Orlandi Cardini. La famiglia Cardini originaria di Colle Val d'Elsa e appartenente alla corporazione degli speziali di Firenze era imparentata con la famiglia Orlandi di Pescia la quale a sua volta aveva interessi in Firenze ed ebbe modo di conoscere direttamente il maestro Brunelleschi. Al di là delle disquisizioni sulla paternità dell'opera , è indiscutibile l'effetto prospettico emanato dalla profondità del piccolo tempio costituito da un doppio colonnato sormontato da una volta a botte e chiuso da una parete sulla quale spicca l'affresco raffigurante i santi protettori dei committenti Giovanni e Antonio, realizzato da Neri di Bicci nel 1458.

Proseguendo all'interno della chiesa, nel transetto sinistro, l'altare della Barba con la tela del martirio di Santa Dorotea santa protettrice di Pescia. Nella cappella maggiore altre opere attribuite a Neri di Bicci raffiguranti storie della vita di Maria. Forse l'unica opera dove è raffigurata una Maria invecchiata e morente al cospetto di Cristo che sorregge in braccio un bambin Gesù , a sua volta, simbolo dell'anima del Cristo. Sul lato destro della navata della chiesa , posta sull'altare Mainardi, si trova la famosa pala cuspidata con l'immagine di San Francesco, realizzata dal lucchese Berlinghieri Bonaventura , appena nove anni dopo la morte del santo, è ritenuto ad oggi il suo ritratto più fedele.

Usciti dalla chiesa, proseguento per l'antica via di S.Francesco in direzione sud, diamo uno sguardo furtivo all'omonimo chiostro e poco dopo troviamo l'oratorio di Sant' Antonio Abate. Attualmente di prorpietà dell'ASL , dobbiamo rivolgerci alla portineria dell'ospedale per richiedere l'apertura del portale d'ingresso ed effettuare la visita.
All'interno dell'oratorio fondato dall'ordine del Tau , di importanza notevole , il gruppo ligneo , una volta policromo, di matrice Tosco Umbra del XIII secolo raffigura la deposizione di Cristo dalla Croce, conosciuta popolarmente come “ I Santi Brutti di Pescia”. Nella leggenda popolare pesciatina si dice che questi santi sono talmente brutti che il paradiso non gli ha accolti e li ha relegati in questo oratorio. Nell'abside un ciclo di affreschi attribuiti a Bicci di Lorenzo raffiguranti le tentazioni dei demoni contro Sant'antonio Abate e sullo sfondo immagini della città di Pescia in epoca Medioevale. Sulla volta divise in quattro vele immagini degli Evangelisti Sulla volta dell'arco ancora santi e angeli rappresentati in un trionfo di colori che collocano lo spettatore al centro di un'opera totale.

Proseguendo a sud , si raggiunge l'imponente cattedrale circondata dagli edifici del Vescovato. L'edificio realizzato in varie fasi, alterna , romanico e gotico. Attualmente la cattedrale è soggetta ad una consistente ristrutturazione che non consente di poterla visitare. Incedendo verso sud , troviamo la casa dove ha soggiornato il poeta Giuseppe Giusti. Ancora più a sud – INASPETTATAMENTE- scorgiamo un palazzo sul quale una lapide ricorda la casa natale dell' imprenditore Fernando Innocenti inventore dell'omonima casa automobilistica, padre della Lambretta , Vespa e Mini, nonchè detentore del brevetto Tubo Innocenti.

A pochi metri raggiungiamo la Porta Fiorentina , sulla quale svetta lo stemma mediceo. Arco di trionfo barocco eretto in onore di Giangastone ultimo Granduca di Toscana di stirpe medicea che ebbe il merito di elevare Pescia a rango di città. Riattraversando il fiume tramite la passerella pedonale Sforzini raggiungiamo di nuovo la parte ovest della città e ci dirigiamo di nuovo in Piazza Mazzini per un ultima visita al Palazzo comunale detto del Vicario. Salendo la scalinata a fianco del palazzo, si raggiunge la terrazza panoramica, sulla quale si trova l'effige del delfino stemma identificativo di Pescia e dalla quale si gode di un'ottima visuale sulla vallata e sulla città.

Abbiamo raggiunto l'orario di pranzo e adesso ci attendono le specialità enogastronomiche 
della Valleriana.
Un grazie sentito, in particolare, alla nostra guida prof. Paolo Tesi e a tutti i partecipanti alla visita che con le loro osservazioni, riflessioni , idee e commenti hanno contribuito ad arricchire e a farci vivere intensamente, questa interessante esperienza culturale in quel di Pescia.

Nicoletta, Biancangela, Andrea, Toni, Luca, Rachele, Nicolò, Cristina , Alberto. 

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